Condividiamo con voi il reportage di Giulia Santerini su La Repubblica, “L’utopia del Cinema America”.
“Le mani sul Cinema”. Si potrebbe intitolare così questa storia di appetiti speculativi, burocrazia indifferente e resistenza culturale. Proprio come quelle “Mani sulla città”, raccontate nel capolavoro di Francesco Rosi, proiettato, e non è un caso, sabato scorso dal tetto di una sala abbandonata del centro di Roma. Quella del Cinema America, a Trastevere, occupato dal 2012, è una piccola storia “di affetto, romanticamente anacronistica” – l’ha definita così Michele Serra – partita da un gruppo di studenti in cerca di uno spazio condiviso, che ha finito per stupire e contagiare un quartiere, una città, l’intero cinema italiano, ministri e presidenti della Repubblica.
Una storia di occupazioni, sgomberi, solidarietà e battaglie legali che potrebbe essere a una svolta. I ragazzi e i residenti difenderanno il Cinema America anche davanti al Tar del Lazio. In realtà la proprietà dell’immobile ha chiamato in causa il Ministero della Cultura, perché tolga all’edificio i vincoli storico-artistici. Ma in tribunale ci andranno anche questi giovani attivisti con i cittadini, che si sono costituiti “in parte opponendum”.